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Covid e bambini, cosa ne sappiamo

Questi comunicati, che pubblichiamo da oltre un anno, dapprima a cadenza settimanale e ora mensile, cercano di rispondere alle domandi più frequenti che ci vengono poste. Forniremo notizie pratiche sull’infezione, basate su studi scientifici rigorosi. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare. Per chi lo desiderasse, giovedi 3 marzo alle ore 21.00, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110. Si parlerà anche di diagnosi e terapia di altre malattie respiratorie, con dimostrazione pratica. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com.

COSA C’ENTRA IL COVID CON I TUMORI?
Il legame non è diretto, cioè che il Covid causi dei tumori – almeno per quello che ne sappiamo ora – ma indiretto, cioè legato alle mancate diagnosi e ai ritardi nella terapia perché il personale e i mezzi sono stati dirottati a fronteggiare l’epidemia. Nel 2020, le nuove diagnosi di neoplasia si sono ridotte dell’11% rispetto al 2019, i nuovi trattamenti farmacologici del 13%, gli interventi chirurgici del 18%. Gli screening relativi al tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di due milioni e mezzo di esami. Le mancate diagnosi sono state oltre 3300 per il tumore del seno, circa 1300 per il colon-retto;  l’assistenza domiciliare oncologica è stata disponibile solo per il 68% dei centri specializzati

PERCHÈ VACCINARE IN GRAVIDANZA? NON CI SONO RISCHI?
Ne abbiamo già parlato, ma ora abbiamo più dati, essendo aumentato il numero di vaccinati. Negli USA, su 167.000 donne che hanno contratto il Covid in gravidanza, ci sono stati 28.000 ricoveri, 120 decessi e molti casi di parti prematuri e malformazioni. Confrontando i problemi su 46.000 donne vaccinate, la differenza è enorme, sia in termini di ricoveri, che di problemi ai neonati.

I GENITORI VACCINATI POSSONO PROTEGGERE I BAMBINI?  
Uno studio proveniente da Israele pubblicato sulla prestigiosa rivista Science conferma  i dati degli ospedali pediatrici italiani: c’è una maggior probabilità di ricovero per bambini figli di genitori non vaccinati. L’infezione di un genitore completamente vaccinato si associa a una riduzione del rischio di contagiare uno o più bambini di oltre il 72% mentre circolava la variante alfa e di quasi l’80% quando era  prevalente  la delta

HO FATTO LA PRIMA DOSE DI VACCINO CON ASTRA ZENECA, POI LE ALTRE 2 CON PFIZER. SONO PIÙ A RISCHIO DI AMMALARMI?
Al contrario: secondo uno studio svedese appena pubblicato, chi ha alternato i 2 tipi di vaccino, ha una maggior persistenza di anticorpi e quindi minor rischio di ammalarsi. Chi aveva fatto 2 dosi di Pfizer ha il 47% di anticorpi tra 4 e 6 mesi, che scendono  al 23% dopo 7 mesi, mentre l’ alternanza Astra Zeneca-Pfizer conserva alla stessa epoca il 66% di efficacia 

VITAMINA D E COVID. CHE LEGAME?
Anche se ultimante il dosaggio della vitamina D viene fatto anche troppo spesso, un lavoro israeliano ha visto che i pazienti con bassi livelli di vitamina D avevano 14 volte maggior rischio di avere una forma grave di Covid e 12 volte maggiori probabilità di morire, rispetto i pazienti con normali valori di vitamina D. Per chi non si espone al sole o in autunno-inverno, il consiglio è di assumere la vitamina D per bocca o tramite iniezione

COSA CENTRANO I GELONI CON IL COVID?
Lo scorso anno ne avevamo già parlato, ma non avevamo ancora dati estesi. Questa complicanza interessa soprattutto bambini e adolescenti con una variabilità di sintomi da lievi a forte prurito, gonfiore, vescicole fino all’impossibilità a camminare. Una recente ricerca ha evidenziato che si tratta di una complicanza immunitaria, con danno di vasi e dei tessuti che li circondano. Per ora non si sa che fine farà questa complicanza, se sia limitata solo alle estremità o interessi anche gli organi interni. Solo con il tempo e con l’aumento degli studi scientifici riusciremo a dare una risposta.

LONG COVID E BAMBINI, SI SA QUALCOSA?
Una riunione internazionale con 120 ricercatori, ha cercato di definire questa complicanza, che si avvera quando ci sono dei sintomi persistenti per oltre 3 mesi dopo l’infezione e non possono essere spiegati da diagnosi alternative. La percentuale di bambini interessati varia dal 4 al 60%, a seconda degli studi. Purtroppo non possiamo sapere ancora cosa causeranno queste alterazioni con l’andare del tempo, considerato che si tratta di organismi in crescita, sia per quanto riguarda gli organi, sia per il sistema immunitario. Per saperne di più, da poco è partita una ricerca in FVG, Toscana e Puglia.