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CELLULARI E TUMORI.
TRA CONFERME E ASSOLUZIONI.



Dopo che uno studio australiano di pochi giorni fa aveva concluso che non ci sono dimostrazioni certe dell’esistenza di un nesso tra cancro al cervello e telefoni cellulari, ora un altro studio, in fase preliminare e condotto solo sui topi, afferma l’opposto: l’esposizione alle radiofrequenze tipiche dei cellulari aumenta i casi di tumore nei ratti maschi. A dirlo è un maxi studio durato due anni del National Toxicology Program statunitense, secondo cui gli aumenti, piccoli ma statisticamente significativi, riguardano i gliomi, un tipo di tumore al cervello abbastanza diffuso, e Schwannomi (detti anche neurinomi, tumori benigni) gli stessi riscontrati da alcuni studio epidemiologici sull’uomo.
Lo studio è stato condotto su oltre 2.500 ratti e topi esposti a varie quantità di radiofrequenze (Gsm, 900MHz, 1900 MHz ecc) in 21 camere progettate appositamente. Gli animali sono stati esposti alle frequenze per 18 ore (10 minuti di pausa alternati a 10 minuti di radiazione per un totale quindi di nove ore effettive). Anche se non sempre l’interessamento negli animali riproduce quello dell’uomo secondo i primi dati preliminari le onde Gsm hanno provocato il 3,3% di tumori cerebrali maligni in tutti i gruppi di ratti maschi. L’incremento dei tumori è stato nettamente inferiore nei ratti femmina.
Anche se la percentuale non è elevata, crediamo che anche questo caso in medicina bisogna scegliere il concetto di precauzione: finche non si hanno prove certe di un evento, bisogna attenersi a quello più cattivo, in modo da evitare che nel tempo il danno continui e produca degli effetti che non erano stati rilevati prima, non tanto per superficialità dello studio, ma perché le conoscenze scientifiche migliorano continuamente.