EMERGENZA CORONAVIRUS

CORONAVIRUS, 2 MESI DOPO

Anche in questo undicesimo aggiornamento settimanale forniamo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Per facilitare la comprensione, abbiamo cercato di usare il meno possibile termini medici e di semplificare i concetti. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, che invitiamo a consultare all’indirizzo https://www.protezionecivile.fvg.it/it/la-protezione-civile/eventi/informazione-coronavirus.

SONO ASMATICO E PEGGIORO I SINTOMI RESPIRATORI QUANDO INDOSSO LA MASCHERINA. ESISTONO DELLE MASCHERINE PER GLI ALLERGICI?

Gli asmatici hanno tendenzialmente meno ossigeno nel sangue e la mascherina, limitando gli scambi gassosi e l’aumento dell’anidride carbonica, peggiora il quadro. Se la difficoltà respiratoria è evidente, vuol dire che l’asma non è ben controllato e va fatto un controllo. Se invece sono lievi, non appena si è all’aperto in assenza di persone, si può abbassare la mascherina. Esistono delle mascherine per allergici, soprattutto per chi ha problemi di rinite, per difendersi dai pollini, poiché hanno un filtro che li trattiene. Di solito sono contrassegnate dalla sigla FFP2S.

COSA S’INTENDE PER “BOLLA SOCIALE”?

Nella fase 2 dell’epidemia, per permettere alla gente di muoversi, in diversi Paesi hanno permesso a gruppi ristretti di individui d’incontrasi e di frequentarsi, a patto che i membri di ciascun gruppo siano sempre gli stessi e che restino isolati da altri gruppi. Consigliato di non superare le quattro persone. Queste persone “esterne” devono però essere sempre le stesse e mai cambiate, almeno fino a nuove attenuazioni delle misure restrittive. Questa misura rende più semplice ricostruire i contatti, nel caso in cui un membro della bolla scopra di essere positivo al coronavirus. Il tracciamento sarebbe eseguito entro la bolla e non ci sarebbero troppi problemi su eventuali ulteriori contagi esterni, a patto che i membri abbiano rispettato le regole.

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELLA POLMONITE DA CORONA?

Mentre i pazienti con forme lievi o moderate non hanno conseguenze, quelli ricoverati nel reparto di terapia intensiva che hanno avuto una sindrome da distress respiratorio acuto (cioè un’insufficienza respiratoria) possono avere conseguenze a lungo termine, che possono diminuire la funzione polmonare e quindi causare difficoltà respiratoria con l’attività fisica o facendo degli sforzi. Secondo dei ricercatori francesi, i postumi respiratori di COVID-19 potrebbero portare ad un aumento di nuovi pazienti affetti da bronchite cronica ostruttiva (BPCO), patologia che interessa il 5-10% della popolazione, specialmente asmatici e fumatori, ed è spesso sottodiagnosticata. Naturalmente si potranno avere notizie più dettagliate con il passare del tempo, quando avremo più pazienti e l’intervallo di osservazione sarà più lungo.

COME MAI IL CORONA CAUSA TANTI PROBLEMI ALLA PELLE?

Una ricerca spagnola ha definito ben 5 tipi di alterazione della pelle causata dal Corona, la più nota delle quali è il “dito da Covid”, una specie di gelone, che colpisce maggiormente bambini, adolescenti e giovani adulti. Queste alterazioni cutanee si verificano quasi sempre dopo l’infezione e sono causate dalla deposizione di anticorpi prodotti dal nostro organismo contro il Corona e non dal virus stesso, tanto è vero che i tamponi sono quasi sempre negativi.

COS’È IL TEST DELLA SALIVA?

Sulla base di precedenti esperienze contro i virus Ebola e Zika, è stato messo a punto un test che rileva la presenza di anticorpi contro il Corona presenti nella saliva. Il test funziona sulla falsariga di quello di gravidanza e sarebbe utile soprattutto nella ricerca dei positivi asintomatici, quelli che possono infettare più persone perché non sanno di avere il virus. Il test ha bisogno di essere validato su un consistente numero di soggetti, per valutare la sua affidabilità.

IL CORONA STA DIVENTANDO PIÙ DEBOLE?

Finora il virus è rimasto lo stesso, il miglioramento dei dati sull’infezione è dovuto al cambiamento della temperatura, alle misure preventive, al fatto che si sta di più all’aperto. Tutte queste misure diminuiscono il rischio d’infezione e qualora la si trasmettesse, la carica virale è più modesta e quindi meno pericolosa.

PERCHÈ SI PENSA DI VACCINARE ANCHE I BAMBINI PER L’INFLUENZA?

I bambini, insieme agli anziani sono la fascia più a rischio d’influenza e inoltre la trasmettono più facilmente agli adulti. Per questo motivo in diversi Paesi si vaccinano i bambini già da anni. Inoltre, l’influenza ha sintomi simili al Corona dal 25 al 40% dei pazienti, per cui si eliminerebbe una fonte di confusione diagnostica.

QUANTE VOLTE BISOGNEREBBE LAVARSI LE MANI AL GIORNO?

Non ci sono numeri fissi, dipende dalle condizioni di rischio. Con l’allentarsi delle misure restrittive, il lavaggio delle mani insieme alla mascherina, diventa sempre più importante. Esemplificando, oltre che prima e dopo i pasti ef essere stati in bagno (cosa da fare sempre), le mani andrebbero lavate per almeno 20 secondi una volta rientrati a casa, dopo aver preso in mano una lettera o un pacco, dopo aver fatto la spesa, prima e dopo aver cucinato, dopo essere stati su un mezzo pubblico o aver camminato per strada.

LA VITAMINA D PROTEGGE DAL CORONA?

Alcuni ricercatori inglesi hanno correlato la presenza di vit. D nel sangue con la possibilità di ammalarsi e di avere un decorso grave. Confrontando vari Paesi europei, più basso era il livello di vit. D, maggiore era la diffusione del Corona e i casi erano più gravi. I valori più bassi di vit. D si sono trovati in Italia e Spagna, quelli più alti nei Paesi nordici. Una possibile spiegazione sarebbe data dal fatto che chi ha la pelle più chiara assorbe più vitamina D dal sole, anche se questo è modesto, e che nei Paesi del Nord si assumono più integratori vitaminici.