Coronavirus, non tutto il mondo è paese
Anche in questo quattordicesimo aggiornamento settimanale forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Per facilitare la comprensione, cercheremo di usare il meno possibile termini medici e di semplificare i concetti. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quello della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo a consultare.
Per chi lo desiderasse, per tutto il mese di giugno, ogni giovedì, il dott. Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 20.45. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del coronavirus. Causa le restrizioni legate al Corona, non si potranno fare delle domande in diretta. Chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com
COME FUNZIONA IL TRACCIAMENTO DEI CONTATTI?
Non sono un esperto del settore, ma proverò a riferire quello che ho letto. Il sistema proposto in Italia, che però è sotto esame, utilizza il bluetooth, quello che usiamo per accoppiare il nostro smartphone ad altri dispositivi. Il sistema ci assegna un codice, per es. 123 e ci segnala che siamo stati a contatto con il codice 456, che è risultato infetto, per cui ci viene consigliato di rivolgerci a un numero apposito, dove ci diranno cosa fare. Alcuni dicono che per essere efficace, deve essere tracciabile il 70% della popolazione, per altri basta il 20-30%. L’unico neo è costituito dalla precisione della localizzazione, che potrebbe essere aumentata con i dati del WiFi locale.
PERCHÈ ALCUNI DICONO CHE L’EPIDEMIA È SUPERATA E CHE IL CORONA HA PERSO LA SUA AGGRESSIVITÀ?
Purtroppo diverse persone, per avere maggiore visibilità mediatica, danno informazioni diverse da quelle ufficiali e secondo loro siamo già arrivati a un punto di equilibrio tra il nostro sistema immunitario e il virus, una specie di saprofitismo. Ci sono diverse evidenze scientifiche che dicono che non è così: (1) finora nel mondo sono state isolate 30.000 sequenze virali, le quali ci dicono che il virus ha subito poche mutazioni; (2)con le misure protettive che abbiamo adottato, la carica virale che ci trasmettiamo è molto minore e quindi il virus può essere sconfitto più facilmente dalle nostre difese; (3) con l’esperienza si è fatto un uso più ragionevole dei farmaci; (4) facendo più tamponi, si diagnosticano più casi iniziali e quindi con meno lesioni polmonari.
COME STA ANDANDO FINORA LA FASE DUE?
Meglio del previsto: i nuovi casi, i ricoveri e i decessi sono in continuo calo, anche in Lombardia, che ha contribuito con il 50% di tutti i casi nazionali. Il merito è legato alle misure preventive, alla vita all’aperto e all’azione disinfettante dei raggi ultravioletti.
COME SI INTERPRETANO I RISULTATI DEI TEST SUL SANGUE?
Prima di tutto bisogna che i test valutino gli anticorpi neutralizzanti, quelli che impediscono al virus di ancorarsi alle nostre cellule respiratorie. Se il test è negativo, non c’è stato contatto con il virus e non si deve fare nulla, oltre alle normali misure preventive. Se il test è positivo, bisogna vedere se si tratta degli anticorpi IgM (iniziali e quindi con paziente infetto) o IgG (tardivi, a infezione quasi sempre risolta). In caso di positività di entrambi va fatto un tampone, per verificare se il virus sia presente nelle vie respiratorie e quindi possa infettare le persone venute a contatto. I test sul sangue sono utili per i soggetti con tampone negativo e per trovare gli asintomatici, che possono però trasmettere il virus.
SE I TEST SUL SANGUE NON SONO ANCORA VALIDATI, CHE SENSO HA L’INDAGINE SU 150.000 ITALIANI?
A parte che finora hanno aderito all’iniziativa solo un terzo degli interpellati, lo studio ha finalità epidemiologiche, cioè vedere la reale circolazione del virus, il rapporto tra i sessi, età, la diffusione regionale, il tasso di ricovero e di letalità.
COS’È IL PATENTINO IMMUNITARIO?
Con i test sul sangue si pensava di poter fornire una dichiarazione sullo stato immunitario del paziente, ma probabilmente non sarà così. Non sappiamo ancora se e come si diventi immuni al virus e quindi se abbiamo sconfitto la malattia, se ci possano essere delle ricadute, quali siano gli anticorpi più protettivi.
PERCHÈ IL VACCINO ANTINFLUENZALE È UTILE CONTRO IL CORONA?
Diminuendo i casi d’influenza si diminuisce il rischio che altri virus, come il Corona, si attacchino alle cellule respiratorie, e quindi si rende più facile la diagnosi d’infezione da Corona, perché certi sintomi sono comuni alle 2 infezioni.
SAPPIAMO DI PIÙ SULLA DIFFERENZA DI MALATTIA TRA I VARI PAESI?
Con il passare del tempo ora sappiamo che i casi di Corona in una nazione dipendono da (1) demografia: più giovani ci sono, meno casi gravi si verificano; (2) abitudini culturali: più ci si abbraccia e ci si bacia, più ci si ammala ; (3) maggiori scambi di popolazione, sia per lavoro, sia per turismo aumentano i rischi; (4) la temperatura temperata favorisce la crescita del virus; (5) efficienza del sistema sanitario; (6) il caso: una variante più contagiosa fa molti più danni e il virus si diffonde di più.