EMERGENZA CORONAVIRUS

Coronavirus, dall’Omicron alla quarta dose

Questi comunicati, che pubblichiamo da 2 anni, dapprima a cadenza settimanale e ora mensile, cercano di rispondere alle domandi più frequenti che ci vengono poste. Forniremo notizie pratiche sull’infezione, basate su studi scientifici rigorosi. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare. Per chi lo desiderasse, giovedì 5 maggio alle ore 21.00, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 12. Si parlerà anche di diagnosi e terapia di altre malattie respiratorie, con dimostrazione pratica su come si fa una corretta terapia. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com.

CHI DOVRÀ FARE LA QUARTA DOSE DEL VACCINO?
Per i fragili e gli over 80 la quarta dose è fondamentale, lo confermano i dati raccolti ad Israele dove la quarta dose somministrata a tutti ha dato risposte positive solo negli ultraottantenni e nei fragili con malattie pregresse. Per il resto della popolazione si lavora ad un vaccino di nuova generazione per l’autunno, sempre con l’RNA messaggero in grado di fermare le varianti.

QUALE PUÒ ESSERE L’ EVOLUZIONE DEL CORONAVIRUS?
Abbiamo già visto che dalla pandemia ci stiamo trasferendo all’endemia, cioè alla persistenza del virus in una determinata zona e popolazione, come succede con il virus dell’influenza. Ci sarà utile valutare l’evoluzione dell’infezione nell’ emisfero australe, che vive le infezioni con 6mesi di anticipo rispetto a noi. Le continue mutazioni del virus per sopravvivere lo rendono sempre meno grave, ma più infettivo. Per questo occorre proteggere i fragili e gli anziani perché, come accade già oggi per l’influenza, sono i soggetti più a rischio.

CI SONO DEI SINTOMI CHE CI AIUTANO A RICONOSCERE LA VARIANTE OMICRON?
Uno studio norvegese ha riportato 9 sintomi: tosse, naso che cola, affaticamento, mal di gola, mal di testa, dolori muscolari, febbre, starnuti e nausea. Un altro studio, questa volta tedesco, ha consigliato di aggiungere stanchezza persistente e vertigini/svenimento. È importante che chi presenta questi sintomi si sottoponga a un tampone, così da mettersi in quarantena e limitare la circolazione del virus che attualmente è alta, ma per fortuna con pochi casi gravi, in persone a rischio o non vaccinate.

QUAL È LE PERCENTUALE DEL COVID TRA I CASI DI RAFFREDDORE?
Con la variante Omicron, che predilige le alte vie respiratorie (gola e naso) si è visto che metà dei raffreddori attuali sono causati dal Coronavirus. Se un raffreddore si accompagna a febbre, dolori muscolari, stanchezza e nausea, è facile che sia Covid. La terapia è la stessa, cioè sintomatica: lavaggi nasali con soluzione fisiologica o meglio iper-fisiologica, antipiretici se febbre superiore a 38 gradi, antiinfiammatori se dolori muscolari o cefalea.

COSA SI SA DELLA NUOVA VARIANTE?
La variante XE è un mix di Omicron 1 e Omicron 2, per cui i sintomi sono simili. Secondo uno studio inglese, dove la variante è stata isolata, i sintomi più frequenti sono mancanza di respiro, stanchezza, dolori diffusi, mal di testa, mal di gola, naso chiuso o che cola, perdita di appetito, diarrea, sensazione di malessere, come si vede simili a quelli delle due varianti di origine.

COS’ È LA PASC?
Tradotto in italiano, l’acronimo significa “Sequele Post Acute da Sars-CoV-2”, cioè un Covid cardiovascolare che permane dopo aver contratto il Covid. Riguarda il 10-30% dei contagiati, e provoca dolore al petto, palpitazioni e alterazioni del battito, stanchezza e difficoltà respiratoria. Esistono 2 tipi: il PASC-CVD , più grave, con lesioni dirette al cuore e il  PASC-CVS o sindrome PASC cardiovascolare, senza evidenza di tali lesioni , ma con sintomi tipo dolore al petto, aritmia, palpitazioni. In entrambe le condizioni bisogna essere controllati attentamente da un cardiologo. 

CHE ATTIVITÀ FISICA È CONSIGLIATA DOPO IL COVID CON INTERESSAMENTO CARDIOVASCOLARE?
Una volta escluso un interessamento cardiaco di una certa rilevanza, si potrà iniziare a fare attività fisica moderata, privilegiando all’ inizio gli sport che si fanno in posizione sdraiata o semi-sdraiata, come ciclismo, nuoto o canottaggio, per poi passare all’esercizio in posizione eretta man mano che migliora la capacità di stare in piedi senza affanno. Anche la durata dell’esercizio dovrebbe essere inizialmente breve (da 5 a 10 minuti al giorno), con aumenti graduali man mano che la capacità funzionale migliora. Ricordare una dieta ricca di frutta, verdura e pesce e di bere, specie se si ha la pressione bassa.