Ancora dubbi sul Coronavirus?
Anche in questo quindicesimo aggiornamento, forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Per facilitare la comprensione, cercheremo di usare il meno possibile termini medici e di semplificare i concetti. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quello della sanità regionale.
Per chi lo desiderasse, per tutto il mese di giugno, ogni giovedì il dott. Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del coronavirus. Causa le restrizioni legate al Corona, non si potranno fare delle domande in diretta. Chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com
COSA S’INTENDE PER FOCOLAIO?
Dipende dal tipo di malattia, infettività, ambiente, epidemiologia. Per il Corona si parla di focolaio quando ci sono almeno due casi collegati documentati dal tampone ed eventualmente dai test sierologici. Attualmente in Regione ci sono 20 focolai così suddivisi: 14 nell’Azienda Sanitaria giuliano-isontina, 2 in quella del Friuli centrale, 4 in quella del Friuli occidentale. Il focolaio viene definito estinto quando non ci sono più positività da 14 giorni.
PERCHÈ È PERICOLOSO VIAGGIARE IN AEREO?
Già prima dell’epidemia era stato dimostrato che, grazie alla filtrazione dell’aria con filtri ad alta efficienza HEPA, l’aria degli aerei era migliore di quella presente a terra. Finora nel modo si sono registrati solo alcuni casi di contagio negli aerei. Con il controllo della temperatura dei passeggeri, l’obbligo della mascherina, i pannelli in plexiglass al check-in e ai vari controlli, la riduzione del numero dei passeggeri, l’imbarco più lento e iniziando dal fondo, la disinfezione delle toilette e delle cabine, la protezione offerta dallo schienale della poltrona, il viaggio in aereo dovrebbe essere uno dei più sicuri.
I GUANTI SONO UTILI?
Sempre più il loro uso viene messo in discussione e proprio in questi giorni un comunicato dell’OMS li sconsiglia per i seguenti motivi: (1) danno un falso senso di sicurezza, che fa toccare anche ciò che non si dovrebbe; (2) è più facile toccarsi il viso; (3) ci possono essere delle microfessure nel materiale di cui sono costituiti e (4) ci si infetta facilmente togliendoli. Conviene invece puntare sul lavaggio delle mani con sapone o con disinfettante. Da non ultimo ogni giorno si eliminano quintali di guanti, con importanti ripercussioni sull’ambiente.
PERCHÈ È STATO RIDOTTO L’USO DELLE MASCHERINE?
Anche per esse, un recente comunicato dell’OMS segnala che vanno indossate nei luoghi chiusi come negozi e mezzi pubblici, o all’aperto quando si parla con una persona per più di 10 minuti, specialmente se si ha più di 60 anni o se si soffre di qualche patologia. L’uso all’aperto è poco utile se si riesce a mantenere una distanza di almeno 1 metro.
PERCHÈ NELLE STESSE CONDIZIONI ALCUNE PERSONE SI AMMALANO ED ALTRE NO?
Grazie ad uno studio italiano su 130 pazienti, è emerso che la risposta al virus dipende dalla costituzione genetica. Per esempio chi presenta un’alterazione del recettore ACE, attraverso il quale il virus si attacca alle nostre cellule respiratorie, o non si ammala o ha una forma più lieve. Gli stessi ricercatori hanno fatto un’altra scoperta per spiegare la minore suscettibilità ad ammalarsi dei bambini: essi presentano minori recettori ACE per il virus e molti più recettori glucidici, poco utili al virus, l’incontrario di ciò che succede negli adulti.
ORA SAPPIAMO DA DOVE È ARRIVATO IL CORONA?
L’origine del covid-19, nome scientifico del corona, resta ancora avvolta nel dubbio e solo con il tempo potremo dare una risposta: sembra che sia partito dai pipistrelli ma esaminando l’RNA, si è visto che i geni non sono gli stessi, per cui ci sono 2 ipotesi: o una grossa mutazione per adattarsi all’uomo, o un ospite intermedio tra i pipistrelli e noi. Si è parlato del pangolino, un piccolo formichiere usato nella cucina tradizionale cinese. Sempre meno consistente l’origine artificiale del virus, perché in questo caso la mutazione dovrebbe essere sempre la stessa e molto grande.
CI SONO DEI VACCINI CHE AIUTANO A DIFENDERCI DAL CORONA?
Oltre a quello antinfluenzale, che abbiamo visto nel XIV report, i vaccini antipertosse e antipneumococcico sarebbero utili sia perché diminuiscono le infezioni respiratorie, sia perché permettono di eliminare i dubbi diagnostici con il Corona, perché una parte dei sintomi è la stessa. Discorso a parte merita il vaccino antitubercolare, che avrebbe il vantaggio di aumentare le difese immunitarie e di uno speciale tipo di globuli bianchi, chiamati monociti, particolarmente attivi contro il corona.
ALLO STATO ATTUALE, CHE DUBBI ABBIAMO ANCORA SUL CORONA?
Essendo l’infezione recente, nonostante siano stati pubblicati oltre 12.000 articoli scientifici su di essa, abbiamo ancora dei dubbi, come l’alto numero degli asintomatici e perché, dopo aver raggiunto una soglia critica, l’epidemia riparta. Una risposta potrebbe essere data dal fatto che il virus non è molto aggressivo, per cui risparmia gran parte delle sue vittime, che però contribuiscono a tenerlo in vita e a trasmetterlo. Se il virus fosse più aggressivo – come l’Ebola – farebbe subito molti morti, bloccando però la catena infettiva e dando origine a dei focolai circoscritti, più facilmente delimitabili.