EMERGENZA CORONAVIRUS

Corona finlandese

Anche in questo trentaduesimo aggiornamento settimanale forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Poiché abbiamo visto che sempre più persone usano la terminologia esatta, iniziamo il nuovo anno con i termini corretti cioè useremo il termine SARS-CoV-2 invece di Corona e COVID-19 per indicare la malattia. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare.

Per chi lo desiderasse, giovedì 7 gennaio, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del Coronavirus. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli anticipatamente a: studio@mariocanciani.com

PERCHÉ LA TACHIPIRINA NON É INDICATA NELL’INFEZIONE DA CORONA?

Mentre all’inizio della pandemia veniva consigliata per i suoiminori effetti collaterali rispetto ad altri antinfiammatori, studi recenti e con un maggior numero di pazienti segnalano un effetto negativo, legato alla diminuzione del glutatione, una sostanza che ha effetto antiossidante e quindi antinfiammatorio. Ricordo che la maggior parte delle lesioni è prodotta dalle nostre difese, che porterebbero a un’infiammazione in diversi distretti, fino a giungere in casi estremi alla “tempesta citochinica”, che porta a occlusioni vasali con sofferenza e morte dei tessuti.

IL VACCINO PUÒ CAUSARE DEI RISCHI?

I vaccini che useremo in Italia non contengono nessun virus, neanche inattivato, ma solo il codice genetico modificato (RNAm) del virus, che stimola la produzione delle proteine spikes, gli aculei con cui il Corona penetra nelle cellule e si riproduce. Il nostro sistema immunitario produce anticorpi contro tali proteine, impedendo la penetrazione del virus nelle cellule. L’RNA iniettato si degrada in pochi giorni, per cui non resta alcuna traccia.

QUANTI DECESSI FAREBBE RISPARMIARE IL VACCINO IN ITALIA?

Comparando i dati di una possibile immunità di gregge, cioè quella in cui la popolazione ha prodotto un sufficiente numero di anticorpi nel 70% dei casi, i morti risparmiati sarebbero oltre 30.000, soprattutto nelle categorie più a rischio, come anziani e immunodepressi.

COME É POSSIBILE CHE CERTE PERSONE VACCINATE SI SIANO POI AMMALATE?

Il vaccino comincia a produrre una protezione apprezzabile, intorno al 50%, dopo 20 giorni, per raggiungere il 95% dopo 30 giorni, in media una decina di giorni dopo aver eseguito il richiamo, che avviene 20 giorni dopo la prima dose. É per questo che se una persona incontra il virus nelle prime settimane dal vaccino può ammalarsi, però sembra in forma più lieve. Naturalmente quest’ultimo dato ha bisogno di conferme su un periodo più lungo e con maggior numero di vaccinati.

COSA SI INTENDE PER “MODELLO FINLANDESE”?

La Finlandia sta avendo il più basso numero di infezioni e mortalità da Corona, specialmente se confrontata alla vicina Svezia, pur adottando modeste misure preventive e non chiudendo le scuole. Le ragioni di questo successo sono: osservanza delle norme preventive, scarsa densità di popolazione, immediato riconoscimento e isolamento dei contagi, sussidio economico a chi resta in quarantena, incoraggiando così le persone all’autoisolamento. Secondo noi che frequentiamo da diversi anni la Finlandia per motivi di lavoro, il primo fattore è quello più importante e ha permesso di raggiungere risultati ai vertici mondiali in tutte le politiche sociali.

CHE RELAZIONE C’É TRA GERMI PRESENTI IN BOCCA E CORONAVIRUS?

Uno studio svolto nella nostra Regione ha dimostrato che se in bocca ci sono certi germi, è più facile avere una forma grave di Covid19. La spiegazione risiede nel fatto che certi batteri producono le famose citochine che sono poi responsabili del grave danno della malattia. I ricercatori hanno anche notato che uno solo di questi batteri, chiamato Prevotella Jejuni, è responsabile del 35% dei casi di perdita di gusto e olfatto.

I NEONATI SONO PIÙ A RISCHIO?

Una importante revisione degli studi pubblicati nel mondo ha concluso che i neonati, come le altre epoche dell’infanzia, sono a minor rischio di malattia, probabilmente per la minor espressione del recettore ACE-2, con cui il virus entra nelle cellule e per una maggiore efficacia dell’immunità innata e specifica, con maggior espressione dei linfociti T, cioè i globuli bianchi che ci difendono dai virus. In particolare si è visto che su 44 casi riportati, solo uno è stato intubato, perché era prematuro. É curioso che non sempre si sia trovata una positività materna, come sarebbe intuibile, per cui le fonti di contagio probabilmente avvengono in ambito sanitario o tramite altre persone che si prendono cura del neonato.