Coronavirus: i rischi per i bambini
Anche in questo trentaquattresimo aggiornamento settimanale forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Poiché abbiamo visto che sempre più persone usano la terminologia esatta, iniziamo il nuovo anno con i termini corretti cioè useremo il termine SARS-CoV-2 invece di Corona e COVID-19 per indicare la malattia. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare.
Per chi lo desiderasse, giovedì 21 gennaio, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del Coronavirus. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com
COSA SI INTENDE CON IL TERMINE “ONE HEALTH APPROACH”?
Significa interazione tra tutti i “mondi” che ci circondano: umano, animale e vegetale. Non possiamo più pensare di continuare a rapinare il mondo per i nostri interessi, per vivere a spese degli altri esseri terrestri. Le colture intensive, l’allevamento “industriale” degli animali, la deforestazione sono e saranno le cause delle prossime epidemie, basta pensare che il 75% delle malattie umane ha origine dai germi trasmessi dagli animali, come è successo per il Coronavirus o SARS-CoV-2.
VISTA LA LIMITAZIONE DEI VACCINI, COME SI POTREBBERO RISPARMIARE?
Una scelta potrebbe essere quella di non vaccinare in un primo tempo i guariti sia dalle infezioni, sia dalla malattia, perché sono protetti dagli anticorpi che hanno prodotto e qualora contraessero una seconda infezione questa dovrebbe essere più lieve. Ho usato il condizionale perché la conferma la avremo nei prossimi mesi. In Italia ci sono oltre 2 milioni di guariti che non sanno di essere stati contagiati e altrettanti che lo sanno: sono questi che potrebbero lasciare il posto ad altre categorie più a rischio e più bisognose.
PERCHÉ SI PARLA SEMPRE PIÙ DI DANNI AI BAMBINI?
Secondo una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” è stato calcolato che nel mondo si sia verificato almeno mezzo milione di decessi in più nei bambini sotto i 5 anni; tra 1 e 1,5 miliardi sono i bambini e i ragazzi esclusi dalle scuole; diversi milioni di bambini e ragazzi hanno subito lutti nelle loro famiglie; oltre la metà dei bambini e i ragazzi ha sofferto e soffrirà di conseguenze significative su educazione, sviluppo, salute fisica e mentale. A questo proposito segnalo di non aver mai visto tante tossi psicogene come in questo anno, sia tra i bambini, sia tra gli adulti.
SONO STATA AMMALATA DI COVID-19. DEVO FARE UN DOSAGGIO DEGLI ANTICORPI PRIMA DI VACCINARMI?
Non c’è bisogno di farlo, perché non c’è competizione, né sovrapposizione tra anticorpi prodotti dal vaccino e quelli prodotti dall’infezione o dalla malattia, ma un potenziamento reciproco per cui il paziente diventa più resistente a successivi attacchi del virus.
PERCHÉ SI PARLA MOLTO DI SENSIBILITÀ E SPECIFICITÀ DEI VARI TEST?
Cercherò di rendere semplici alcuni concetti epidemiologici complessi. Se un test ha una sensibilità alta, il rischio di falsi negativi (persone positive non rilevate dal test) è basso; se un test ha una specificità alta, il rischio di falsi positivi (persone non infette ma risultate positive al test) è basso. Di solito questi termini sono accompagnati da una percentuale: per esempio per il tampone molecolare la specificità è del 95% e la sensibilità del 90%.
PER QUANTO TEMPO GLI ANTICORPI SVILUPPATI CONTRO IL COVID PROTEGGONO?
Per la prima volta possiamo avere dati certi: uno studio inglese pubblicato su “Science”, una prestigiosa rivista medica, ha visto che chi ha contratto l’infezione non si reinfetta per almeno 5 mesi, ma è possibile che l’intervallo sia maggiore, perché lo studio è durato solo 5 mesi. Se si ha avuto una malattia, la protezione è maggiore, cioè si producono più anticorpi e la protezione è del 90%, come i vaccini di Pfizer e Moderna. I bambini e i giovani producono più anticorpi e questa sarebbe una delle ragioni per cui si ammalano di meno e in forme meno gravi. Questa ricerca ha importanti ricadute pratiche sia per capire la nostra riposta immunitaria, sia per ritardare il vaccino in chi è stato positivo al Coronavirus.
IL RAFFREDDORE PROTEGGE DAL COVID-19?
Per spiegare perché certe persone non si sono ammalate di Covid-19 nonostante i contatti a rischio, si è visto che aver contratto un Corona abituale, quello che causa il raffreddore, fornisce una specie di “ombrello protettivo” nei confronti del Corona SARS-CoV-2. La spiegazione starebbe negli anticorpi crociati, perché i diversi tipi di Coronavirus hanno una base comune, dalla quale si sono evolute le diverse sottospecie.