Coronavirus: mascherina, ti conosco?
Anche in questo quarantanovesimo aggiornamento settimanale forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare. Per chi lo desiderasse, giovedì 6 maggio, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà anche di rinite e di malattie allergiche. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com.
SI PUÒ PREVENIRE LA TROMBOSI DA VACCINO?
Non ci sono esami, né terapie preventive che possano diminuire il rischio di trombosi. Solo le persone con problemi di coagulazione, già seguiti in centri specialistici, debbono osservare dei consigli che i medici forniranno. Per le altre persone, senza tali patologie, non ci sono consigli particolati da dare, se non quelli di osservare attentamente la comparsa di eventuali sintomi (vedi sotto).
QUALI SONO I SINTOMI SOSPETTI DI TROMBOSI?
Prima di tutto bisogna dire che il periodo critico va da 1 a 3 settimane dopo il vaccino. I sintomi a cui porre attenzione sono gonfiore a un arto, dolore addominale, cefalea persistente, senso di peso al torace, emorragie o lividi sul corpo e sugli arti. Il primo esame da fare è un semplice emocromo, che evidenzia un calo delle piastrine. Da lì si eseguiranno altri esami più specifici.
PERCHÉ SI VERIFICA LA TROMBOSI?
La trombosi da vaccino – ma ancor di più quella da Covid – rientra tra le autoimmunità, cioè la produzione di anticorpi da parte del nostro organismo contro le piastrine, che si attivano e innescano la coagulazione del sangue, ecco perché uno dei primi esami alterati è la loro diminuzione. Sono a rischio le persone con problemi di coagulazione, chi fuma, chi prende la pillola, chi ha meno di 60 anni.
COME SI CURA LA TROMBOSI?
Contrariamente a quello che si fa per altri tipi di trombosi, in questo caso non si usa l’eparina – che potrebbe addirittura complicare il quadro – ma dei fluidificanti del sangue e delle immunoglobuline, cioè degli anticorpi preformati, che hanno il compito di diminuire la cascata infiammatoria che è all’origine del problema.
PERCHÉ SI PARLA ANCORA DI VACCINARE GLI ANZIANI?
La vaccinazione dei più anziani è importante per tutelare la fascia della popolazione dalle forme gravi di Covid-19 e 700.000 anziani non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose. Si tratta di persone che vivono da sole, che hanno scarsa dimestichezza con telefoni e computer, che vivono in paesini isolati, che sono affetti da problemi intellettivi. Come è stato fatto nei Paesi più evoluti, tipo la Finlandia, bisogna fare in modo di raggiungere queste persone, portando la vaccinazione a domicilio.
SONO UTILI LE MASCHERINE ALL’APERTO?
Come abbiamo detto più volte, all’aperto la concentrazione del virus è molto bassa e quindi la possibilità di infettare cala. Il pericolo si riduce ancora di più per i vaccinati, sia per loro stessi, sia per gli altri. Uno studio americano ha concluso che il vantaggio è modesto, però la realtà americana è diversa dalla nostra e il Paese sta procedendo a 1 milione di vaccinazioni al giorno. Siamo del parere che, finché da noi la copertura vaccinale non aumenterà, conviene indossarle, a meno che non si faccia attività fisica distanziata o ci si sposti in bicicletta.
QUAL È IL RISCHIO D’INFETTARSI ALL’APERTO?
È difficile dare una percentuale perché di solito chi indossa la mascherina all’aperto è più ligio nel rispettare anche le altre misure preventive, come distanziamento, disinfezione delle mani, rispetto del coprifuoco. Se incrociamo una persona all’aperto in un luogo isolato, anche se questa starnutisce o tossisce il rischio è molto basso, perché non si raggiunge la soglia dei 2 milioni di particelle virali, sufficiente a infettare. Se invece ci fermiamo a fare una lunga chiacchierata oppure siamo al ristorante all’aperto senza un appropriato distanziamento, la mascherina va indossata. La vignetta allegata può essere utile a memorizzare i nostri comportamenti.