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Il Covid del futuro

Anche in questo cinquantatreesimo aggiornamento settimanale forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare.
Per chi lo desiderasse, giovedì 3 giugno, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà anche di rinite e di malattie allergiche. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com.

HO SCOPERTO DI ESSERE INCINTA DOPO LA VACCINAZIONE. CHE RISCHI CORRO?
Anche se non abbiamo dati definitivi e su larga scala, da altri casi simili e dalle sperimentazioni negli animali, si è visto che non ci sono rischi evidenti né per la gravida, né per embrione e feto. A scopo precauzionale, si consiglia di eseguire la seconda dose al termine della gravidanza. Le raccomandazioni ufficiali dicono che non ci sono ragioni per interrompere la gravidanza.

SI FARÀ LA TERZA DOSE DI VACCINO?
Dipende da come andrà l’estate e dall’osservazione dei primi vaccinati, per l’Italia all’inizio di gennaio. Questi sono i criteri più validi, molto di più che i dosaggi degli anticorpi contro il virus, i quali dipendono dalla risposta del singolo organismo. Già da ora Moderna ha diramato un comunicato nel quale consiglia la terza dose.

IMMUNITÀ DI GREGGE: QUAL È LA SOGLIA?
In questi 15 mesi si è parlato molto di questa immunità, con varie cifre e con varie indicazioni. Per essere scientifici bisogna però avere dati certi e per ora gli unici dati attendibili sono quelli di Israele. Con oltre il 60% di tutta la popolazione e con oltre il 90% delle persone a rischio vaccinate, ha dimostrato che quando si raggiunge il 60% dei vaccinati, la malattia quasi scompare e si limita ad alcuni focolai di persone a rischio e che non vogliono vaccinarsi.

QUALE SARÀ IL PROGRAMMA FUTURO PER IL CONTENIMENTO DELLA COVID?
Le misure si possono riassumere in 3 punti essenziali: (1) vaccino a tutti, cercando di raggiungere e motivare le persone non ancora protette; (2) isolare le sacche di infezione: vanno nucleate, controllate e predisposto un salvagente protettivo nei confronti delle zone limitrofe, in modo da bloccare la progressione della malattia; (3) aiutare a vaccinare i popoli più poveri: non si tratta solo di una motivazione etica ma anche di interesse da parte di tutti: se il Corona sopravvive in determinate zone, prima o poi finisce per causare una seconda pandemia.

QUALI SONO I NUMERI DELLA COVID IN FRIULI VENEZIA GIULIA?
I dati aggiornati parlano di 107.000 casi registrati. Di questi, 10.100 hanno richiesto il ricovero, 1.300 dei quali in terapia intensiva e il resto nei reparti ospedalieri. I morti sono stati 3.800, i guariti 98.300.

POSSIAMO FINALMENTE DISTINGUERE VARIE FASI DELL’INFEZIONE?
Ormai, con i molti dati epidemiologici ricavati in tutto il mondo, si può distinguere una prima fase virale, cioè legata direttamente all’infezione del virus, che dura una settimana e una seconda fase, infiammatoria, che dipende dalle difese del nostro organismo e che è responsabile della maggior parte dei danni. Solo il 10% dei pazienti rimane sintomatico durante la seconda settimana. C’è poi una terza fase detta del “Covid lungo”, presente nel 40% dei guariti, con difficoltà respiratoria, affaticamento, stanchezza, disturbi dell’umore, cefalea, perdita del gusto e dell’olfatto; non mancano i sintomi gastrointestinali: nausea, diarrea, vomito, dolore addominale. Queste fasi sono importanti perché ci fanno capire quali farmaci dobbiamo usare: per esempio il cortisone è controindicato nella prima settimana, mentre può essere utile per diminuire i danni della risposta infiammatoria nelle altre fasi.