EMERGENZA CORONAVIRUSIn primo pianoNovità

Immunità di gregge: ancora non ci siamo

Anche in questo trentaseiesimo aggiornamento settimanale forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Poiché abbiamo visto che sempre più persone usano la terminologia esatta, iniziamo il nuovo anno con i termini corretti cioè useremo il termine SARS-CoV-2 invece di Corona e COVID-19 per indicare la malattia. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare.

Per chi lo desiderasse, giovedì 4 febbraio, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del Coronavirus. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com

MI SONO VACCINATO. DA QUANDO INIZIO AD ESSERE PROTETTO?
Stanno arrivando dati sempre più buoni sui vaccini: secondo una ricerca svolta su 3000 operatori sanitari dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, già dopo 3 settimane dalla prima dose il livello anticorpale diventa protettivo oltre il 90%, per raggiungere il 100% dopo la seconda dose. Tra i vaccinati ci sono stati 7 contagi, ma tutti nelle prime 2 settimane dalla prima dose e nessuno è sfociato in malattia. Importanti anche i valori anticorpali: 3 settimane dopo la prima dose essi erano 50 volte la soglia di negatività, per raggiungere 1000 volte tale soglia una settimana dopo il richiamo.

CON LA DIFFUSIONE DEL CORONAVIRUS E CON I VACCINI L’IMMUNITÀ DI GREGGE STA DIVENTANDO UNA REALTÀ?
Purtroppo non ancora. Oltre all’esperienza negativa della Svezia, ora si è aggiunta quella della città di Manaus, in Amazzonia dove, a causa della povertà, della scarsità dei servizi sanitari e della precarietà di quelli igienici si è raggiunta una positività del 53% negli asintomatici, il che fa ipotizzare che quella nella popolazione generale sia del 76%, quindi superiore a quella richiesta per l’immunità di gregge. Nonostante questa percentuale, la situazione epidemiologica è devastante, con ospedali esauriti, mancanza di ossigeno, rianimazioni non più accessibili da tempo.

PERCHÉ NON BASTA RAGGIUNGERE L’IMMUNITÀ DI GREGGE?
Facendo riferimento agli studi nella città di Manaus, si è visto che quando si raggiunge un’elevata percentuale di positività al Coronavirus, il virus inizia a variare, rendendo così inefficaci gli anticorpi prodotti. A Manaus in particolare si è sviluppata la variante P1 inglese-sudafricana. L’altra ipotesi è che gli anticorpi durino meno del previsto, però questo contrasterebbe con altri studi, in particolare inglesi, che abbiamo visto nelle scorse settimane. Solo il tempo ed adeguati studi potranno rispondere a queste domande.

PERCHÉ CI SONO DIVERSE VALUTAZIONI DEL CONTAGIO FRA UNIONE EUROPEA E ITALIA?
Dipende da che criteri vengono adottati: mentre in Italia si fa riferimento ai famosi 21 parametri e si punta particolarmente sull’indice di infettività (Rt), nell’UE si fa riferimento a: (1) incidenza, cioè nuovi casi nelle ultime 2 settimane; (2) tasso di positività dei tamponi maggiore del 4%; (3) numero di test che si fanno su 100.000 abitanti. Con questi parametri, basta superare 50 casi su 100.000 abitanti per diventare rossi, la stessa soglia che in Italia delimita la zona bianca da quella gialla. Bisogna dire che da due giorni la nostra Regione è migliorata secondo l’UE, passando dal rosso scuro al rosso normale.

PERCHÉ SI PARLA DI INDOSSARE DUE MASCHERINE?
Più strati indossiamo e più protezione abbiamo. Alcuni esperti consigliano di indossare una mascherina chirurgica (quella azzurra) coperta da una seconda di tessuto, in modo da farla aderire meglio al viso. Come sempre ci vuole buon senso e ricordare che spesso il “meglio è nemico del bene” per cui indossando due mascherine è possibile che meno persone lo facciano. Dobbiamo però anche tener conto del fastidio che le mascherine ci danno; atteniamoci ai consigli usuali, compreso il distanziamento e la ventilazione dei locali e avremo dei buoni risultati sulla diffusione del virus.

PERCHÉ NON SI USANO IN MODO PIÙ ESTESO GLI ANTICORPI MONOCLONALI?
Abbiamo già trattato di essi parlando della “cura Trump” perché somministrati all’ex Presidente USA. Si tratta di frazioni anticorpali clonate, cioè prodotte in serie, che attaccano una determinata regione del Corona. Sono molto costosi e rari; una ditta italiana ha promesso una produzione più diffusa e a minor prezzo, di poco superiore a quello del vaccino, a partire dall’autunno. Uno studio USA li ha usati non solo nelle forme gravi, ma anche nelle case di riposo con focolai infettivi, riducendo del 70% mortalità e ricovero ospedaliero, rispetto a chi aveva assunto un placebo.

COSA S’INTENDE PER SEQUENZIAMENTO DEL SARS-COV-19? 
Sequenziare un virus significa analizzarlo per rilevare le caratteristiche del materiale genetico del coronavirus. È un passaggio aggiuntivo a quello del test molecolare che si fa nel naso con un tampone, che nella sua forma base si limita a rilevare la presenza del materiale genetico del virus, ma senza analizzarne più approfonditamente le caratteristiche.  Purtroppo l’Italia ha pochi laboratori che sono in grado di eseguire questo esame ma uno di questi è situato all’ Area di Ricerca di Trieste, istituzione che è all’ avanguardia in parecchie ricerche mediche e che ha permesso di tracciare la prima variante inglese in Italia.