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FUOCHI EPIFANICI E RISCHI PER LA SALUTE

In merito alle polemiche di questi giorni sui fuochi epifanici ricordiamo che già 6 anni fa l’associazione ALPI (Allergie e Pneumopatie Infantili) aveva fatto delle rilevazioni sulle polveri sottili e aveva diramato il seguente comunicato stampa, che peṛò non è mai stato pubblicato né trasmesso dai mezzi di comunicazione. Lo riproponiamo di seguito, in quanto il messaggio rimane quanto mai attuale.

FUOCHI EPIFANICI E RISCHI PER LA SALUTE

L’inquinamento atmosferico è ormai riconosciuto come il “big killer”, una delle principali cause di malattie non solo respiratorie e tumorali, ma anche cardiovascolari. Le polveri sottili e specialmente ultrasottili riescono a passare dalle vie respiratorie al sistema cardio-circolatorio, producendo un’ infiammazione cronica della parete dei vasi, che è causa poi della formazione di un trombo e/o di un embolo, causa di infarti ed ictus o di un’ emorragia, poiché la parete dei vasi sanguigni viene indebolita e finisce per rompersi. Tale problema è pericoloso soprattutto a livello cerebrale. Secondo alcune formule in uso tra gli epidemiologi, con questi valori a Udine ogni giorno abbiamo 2 decessi imputabili all’inquinamento atmosferico. 

Specialmente nelle prime settimane di dicembre abbiamo avuto valori di polveri sottili elevati, sopra i limiti di legge -che sono molto elevati e che verranno ridotti della metà tra 3 anni, per una direttiva UE- causa dei picchi di patologia respiratoria che abbiamo registrato sia in Regione, sia nel Veneto, come è emerso da un incontro di pneumo allergologia pediatrica del 18 dicembre, tenutosi a Udine. 

Alcuni Comuni stanno adottando i PAC (Piani di Azione Comunale) per ridurre i picchi di inquinamento. Tali misure possono essere utili per una maggiore coscienza civica della popolazione, ma ininfluenti nell’ abbassare le concentrazioni degli inquinanti: per essere efficaci dovrebbero riguardare tutta la Regione, o ameno la fascia più inquinata e popolata, quella della pianura e della collina, altrimenti – come evidenziato dai nostri studi HESE ed HESEINT dell’Unione Europea e CCM del Ministero della Salute – non riescono a modificare le concentrazioni degli inquinanti. 

Il problema si pone nei giorni dell’Epifania, quando gli sforamenti raggiungeranno quote elevatissime, anche di 4 volte il massimo consentito dalla legge e che persisteranno elevati per diversi giorni,  come abbiamo evidenziato negli scorsi anni con le nostre strumentazioni – a causa dei fuochi considerati tradizionali.
Questo tipo di attività rientra fra quelle in cui interviene la cultura della popolazione, più che le decisioni prese dall’alto. Si tratterebbe perlomeno di limitare questi fuochi, che tra l’altro non hanno neanche una vera giustificazione storico – culturale, perlomeno nel modo in cui vengono allestiti ora: un tempo infatti tali fuochi erano di dimensioni molto limitate, ed erano composti principalmente da paglia, stoppie ed erba secca, poiché la gente non poteva permettersi di sprecare risorse bruciando legna o altri combustibili.

Associazione ALPI

Udine, 05.01.2015

In questi giorni in cui i valori di polveri sottili permangono elevati, se si fossero adottati dei banali provvedimenti preventivi, non saremmo arrivati a questo punto. Quante persone stanno peggio in questi giorni, sia sul piano respiratorio, sia su quello cardio-circolatorio? Quanti bambini continuano ad avere tosse e devono essere trattati continuamente con farmaci, specie cortisonici? Quanti attacchi in più di asma, bronchiolite e bronchite asmatiforme? 

Colpisce il fatto che, mentre molti genitori continuano ad essere giustamente preoccupati per il continuo aumento delle patologie allergiche e respiratorie per i loro figli, quando si tratta di fare della prevenzione tutto passa in secondo piano. Non si tratta di andare contro le tradizioni – che tra l’altro non sono quelle dei mega fuochi – ma di adeguarsi alla realtà del cambiamento climatico ed atmosferico. ”