Coronavirus: la ragione della regione arancione
Continuiamo i nostri aggiornamenti settimanali con notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Per facilitare la comprensione, cercheremo di usare il meno possibile termini medici e di semplificare i concetti, per esempio useremo il termine Corona invece di quello più scientifico di SARS-CoV- 2 per il nuovo tipo di Virus e COVID-19 per indicare la malattia. cercheremo di usare il meno possibile termini medici e di semplificare i concetti. Anche questo 26° report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare.
Per chi lo desiderasse, giovedì 19 novembre, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del Coronavirus. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli anticipatamente all’indirizzo studio@mariocanciani.com
CHI SI STA AMMALANDO DI PIÙ IN REGIONE?
Suddividendo i pazienti in classi di età, si è visto che i contagiati della scorsa settimana nel 67% dei casi appartengono al gruppo tra i 19 e i 70 anni. Questa è la fascia della popolazione che si muove di più e che ha più relazioni. In questa fascia è anche più difficile ricostruire i movimenti della giornata e fornire il tracciamento su chi si è frequentato, con chi si stava viaggiando, specie su un mezzo pubblico, chi si è incontrato in una giornata di lavoro. Per il resto, nella fascia tra 0 e 18 anni sono compresi il 7% dei positivi e in quella oltre 70 anni il 26%.
PERCHÉ LA NOSTRA REGIONE È FINITA IN ZONA ARANCIONE?
Cercherò di spiegare in poche parole alcuni concetti di difficile comprensione. Tra i 21 parametri presi in considerazione dal Ministero della Salute, quelli che hanno causato il peggioramento sono stati: aumento dell’indice Rt (indice di riproduzione del virus) a 1,42 (sopra 1,5 si passa in zona rossa); diminuita capacità di schedare i contatti dei contagiati nelle 48 ore antecedenti alla scoperta della positività rispetto al mese precedente; aumento dell’infezione rispetto alla settimana precedente.
COSA SI INTENDE PER “SINDROME DEL COVID LUNGO”?
Si tratta di pazienti che presentano una lenta guarigione, non tanto per la replicazione virale, quanto per la loro risposta immunitaria. In pratica in questi pazienti si creano delle lesioni polmonari che bloccano gli alveoli, dove avviene lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica. La causa dipenderebbe da un’attivazione anomala della coagulazione del sangue. Da una ricerca italo-inglese sembra che il danno può essere riparato finché non si forma un trombo, cioè un’occlusione permanente dei vasi, con calo dell’ossigenazione e bisogno di ossigeno.
COME È STATO POSSIBILE PRODURRE IL VACCINO IN COSÌ BREVE TEMPO?
Cercherò di semplificare dei concetti complessi. Mentre di solito si iniettano nelle persone degli anticorpi o delle frazioni preformate del virus, nel caso del vaccino Pfizer e Moderna si è iniettato nelle persone il solo materiale genetico del virus, opportunamente modificato per renderlo inoffensivo, lasciando poi all’organismo il compito di produrre gli anticorpi. Questo accorgimento ha fatto sì che si potesse diminuire il numero dei passaggi in laboratorio, guadagnare tempo prezioso e si avesse un’ottima risposta anticorpale, superiore al 90%.
SIAMO SICURI CHE IL VACCINO FUNZIONA E PER QUANTO TEMPO?
È stata adottata la metodica del “cieco” Sono stati selezionati 40.000 volontari, che sono stati divisi in 2 gruppi: a 20.000 è stato somministrato un placebo (in pratica acqua), a 20.000 il vaccino, senza che loro lo sapessero. Alla fine ci sono stati 94 ammalati, per il 90% nel gruppo placebo. Gli anticorpi prodotti sono neutralizzanti, cioè protettivi. Non si sa ancora quanto durino, si pensa almeno 6 mesi: se fosse così, andrà eseguita una dose di richiamo dopo quella data.
INQUINAMENTO E CORONA: C’È QUALCOSA DI SCIENTIFICO?
Da tempo girano diverse voci sull’argomento. Ora uno studio pubblicato su una prestigiosa rivista medica internazionale da un team guidato dal triestino Andrea Pozzer ha evidenziato che la correlazione è certa e che soprattutto per i malati il rischio di evoluzione infausta è molto più elevato nelle aree inquinate. Secondo una ricerca tedesca e una americana il peso dell’inquinamento sulla mortalità da Corona nel mondo sarebbe in media del 15%, con punte del 27% in Cina e del 29% nella Cechia. L’Italia si trova nella media generale del 15%.
PERCHÉ CERTE PERSONE HANNO GLI ANTICORPI CONTRO IL CORONA SENZA ESSERNE MAI VENUTI A CONTATTO?
Uno studio inglese ha trovato anticorpi contro il Corona in chi non ha mai avuto l’infezione, né è mai stato positivo al tampone. La spiegazione consiste nel fatto che i Coronavirus che causano il normale raffreddore hanno delle sequenze in comune con il nuovo corona (Covid-19) e quindi gli anticorpi risultano protettivi e questo succede specialmente nei bambini. Ci fa piacere che la nostra ipotesi di minore vulnerabilità dei bambini, pubblicata nel report di marzo, che ci era stata contestata da alcuni immunologi, sia stata confermata da questo studio.
COME STANNO GLI ADOLESCENTI?
In un’indagine su 2064 adolescenti da 11 a 19 anni, il 59% ha dichiarato una sensazione di tristezza con crisi di pianto e agitazione, il 51% disturbi alimentari e il 44% disturbi del sonno (la somma supera il 100% perché alcuni soggetti avevano dichiarato più sintomi). In questa casistica un ruolo importante lo riveste la scuola: abbiamo già visto che le probabilità di trasmissione all’interno della scuola sono minime, ma queste aumentano per gli assembramenti prima e dopo le lezioni. Sempre più adolescenti richiedono le lezioni in presenza perché si accorgono che il loro mondo è legato alla scuola e stanno peggio quelli che frequentano le lezioni a distanza.