Coronavirus, nebbia e visoni
Proseguiamo con i nostri aggiornamenti settimanali sul Coronavirus, rispondendo alle domande che ci arrivano. Cercheremo come sempre di usare dei termini semplici, evitando il più possibile quelli medici. Per comodità manteniamo la dizione di Coronavirus, anche se quella scientifica sarebbe Covid19. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invito sempre a rispettare.
Per chi lo desiderasse, giovedì 26 novembre, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà di problemi respiratori e allergici e del Coronavirus. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli anticipatamente a: studio@mariocanciani.com.
COS’È LA NEBBIA COGNITIVA?
Interessa dal 20 al 30% dei pazienti che sono stati colpiti dal Corona e non è legata alla gravità dell’infezione. Di solito avviene dopo che si è avuta l’infezione polmonare e interessa più i giovani fino a 50 anni, che gli anziani. Consiste in perdite di memoria, difficoltà a concentrarsi, disturbi dell’apprendimento, stanchezza cronica. Sarebbe causata da un’infezione cerebrale prodotta dal virus oppure da una coagulazione abnorme dei vasi cerebrali, che porterebbe a dei piccoli ictus i quali impediscono a zone del cervello di lavorare correttamente.
COS’È IL SUPERANTICORPO?
Ne abbiamo accennato parlando della “cura Trump”. Si tratta di anticorpi monoclonali, cioè prodotti da un’unica fonte. Sono molto efficaci ma costano molto e richiedono grosse dosi. Vengono impiegati da alcuni anni nelle malattie infiammatorie, allergiche e tumorali. Una ricerca italiana ha annunciato che entro pochi mesi si avrà a disposizione un nuovo tipo di anticorpo, più efficiente e da impiegare a basse dosi, il che significa che ce ne sarà per molti pazienti e il costo sarà molto più basso degli attuali monoclonali, probabilmente poco più di quello del vaccino.
PERCHÉ I VISONI SONO PERICOLOSI?
I visoni, come altri mustelidi, hanno sulla superficie delle cellule respiratorie il recettore ACE-2, attraverso il quale il Corona si attacca e poi penetra nelle cellule. Vista la co-presenza dello stesso recettore, è più facile che il virus si trasmetta tra umani e visoni e per questo diversi Paesi hanno disposto la soppressione di questi poveri animali, che sono allevati in piccole gabbie e starnutendo o tossendo trasmettono facilmente il virus sia tra di essi, sia al personale che si occupa di loro. Oltre a ciò, nei visoni si è sviluppata una variante di Corona che potrebbe essere causa di nuove infezioni e di resistenza al vaccino, ma per fortuna alcuni studi sembrano ridimensionare il problema.
PERCHÉ SI DA TANTA IMPORTANZA ALL’INDICE R?
Per avere un quadro immediato della situazione epidemiologica di una Regione o di uno Stato si è creato questo indice, che a sua volta si divide in R0, che è il numero di riproduzione di una malattia infettiva e si riferisce al numero di infezioni tramesse da un individuo a inizio epidemia, senza le misure di contenimento. Rt viene calcolato nel corso dell’epidemia, per monitorare l’efficacia degli interventi. Entrambi gli indici vengono calcolati solo su pazienti, cioè soggetti con sintomi, perché la ricerca degli asintomatici dipende dal numero e tipo di test eseguiti. Per fare un esempio pratico Rt=2 significa che ogni infetto trasmette l’infezione a 2 pazienti. Nella nostra Regione in settembre Rt era di 0,9, a fine ottobre era di 1,43, ora è 1,27. Sopra 1,5 il rischio di trasmissione è elevato e si scivola nella zona rossa, con ulteriori limitazioni alla vita di relazione.
HO SINTOMI RESPIRATORI. COME DEVO COMPORTARMI?
In caso di sintomi aspecifici come tosse, raffreddore e febbricola conviene stare a casa ed eventualmente assumere un antipiretico, tipo tachipirina. Non recarsi a fare tamponi, neanche quelli privati. Avvisare il proprio medico il quale deciderà se inviare il personale dell’Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) a casa. Se comparisse difficoltà a respirare e la febbre aumentasse è meglio chiamare il 112 e seguire i consigli che verranno forniti. Nell’attesa conviene stare distesi in posizione prona, cioè a pancia in giù, che facilita il respiro. Non usare antibiotici, cortisone e altri farmaci senza l’indicazione medica.
SONO POSITIVA AL CORONA. PER QUANTO TEMPO DEVO STARE IN ISOLAMENTO?
Se non ha sintomi può stare a casa per 10 giorni e alla fine si esegue un tampone per verificare che sia negativo. Se ha sintomi, oltre i 10 giorni di isolamento, deve rifare un tampone dopo almeno 3 giorni senza sintomi. Se il tampone continuasse a essere positivo, l’isolamento può essere interrotto dopo 21 giorni, con almeno 7 giorni senza sintomi.
MIA MOGLIE È RISULTATA POSITIVA AL CORONA. IO NON HO SINTOMI. COME DEVO COMPORTARMI?
Bisogna osservare un isolamento di 14 giorni, oppure di 10 giorni però eseguire un tampone all’ultimo giorno. In ogni caso, bisogna conoscere tutti i dettagli sull’infezione e per questo sarà il proprio medico a decidere sul rientro in comunità.
OLTRE A MASCHERINE E PULIZIA DELLE MANI, QUAL È LA MISURA PIÙ EFFICACE NEI LUOGHI CHIUSI?
La ventilazione meccanica o almeno naturale riveste un ruolo essenziale perché se la carica virale è bassa il Corona non riesce a provocare malattia, essendo diluito dall’aria. Per fare un esempio in un bar con 15 avventori, dopo 4 ore senza mascherina 1 persona infetta l’80% dei presenti, con mascherina il 50%, aggiungendo la ventilazione solo il 7%.