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Come riconoscere il Coronavirus

Anche in questo quarantunesimo aggiornamento settimanale forniremo notizie pratiche sull’infezione da Coronavirus, basate sulle domande che ci vengono poste più spesso. Il report non vuole sostituire il ruolo del curante, né quelle della sanità regionale, le cui indicazioni invitiamo sempre a rispettare.

Per chi lo desiderasse, giovedì 11 marzo, il dott. Mario Canciani sarà presente su UdineseTV, canale 110, alle ore 21.00. Si parlerà anche di asma e di malattie allergiche. Poiché non si potranno fare delle domande in diretta, chi avesse dei quesiti, può mandarli a: studio@mariocanciani.com

COME FACCIO A RICONOSCERE SE HO CONTRATTO IL CORONA?
Fermo restando che la diagnosi deve essere sempre fatta dal medico, ormai abbiamo acquisito una discreta esperienza e possiamo dire quali sono i segnali sentinella: febbre superiore a 38,5° da più di 72 ore, cefalea, perdita di gusto e olfatto. Il saturimetro diventa utile perché se indica una saturazione inferiore al 92% c’è buona probabilità che si sia instaurato un danno polmonare. Una volta posto il sospetto, va contattato il proprio medico e non bisogna andare in Pronto Soccorso, per non trasmettere l’infezione ad altre persone.

COME FACCIO A RICONOSCERE SE SI TRATTA DI INFEZIONE DA CORONA, ALLERGIA O BANALE INFEZIONE RESPIRATORIA?
Provo a dare alcune indicazioni, fermo restando che deve essere sempre il medico a formulare la diagnosi corretta. La rinite allergica – o raffreddore da fieno – si caratterizza per starnuti a ripetizione, secrezione nasale acquosa, frequente coinvolgimento degli occhi, assenza di febbre. La banale infezione respiratoria è caratterizzata da secreto nasale biancastro, giallo o verdastro, febbre inferiore ai 38°, gola rossa, rara difficoltà respiratoria. L’infezione da Coronavirus o Covid19 è caratterizzata dai sintomi suddetti più perdita di gusto e olfatto, difficoltà respiratoria precoce.

QUALE SARÀ IL FUTURO DEL CORONAVIRUS?
Sulla base di quanto è successo agli altri Coronavirus – che ora causano lievi mal di gola, gastroenteriti e raffreddore – l’attuale Coronavirus SARS Cov-2 diventerà endemico, cioè conviverà con noi e causerà almeno nei primi anni dei focolai in piccoli territori. I più colpiti – come con gli altri tipi di Coronavirus – saranno i bambini, che svilupperanno le solite infezioni alle vie respiratorie e digestive. Da quello che sappiamo finora, rispetto all’influenza il SARS Cov-2 muta di meno ma con mutazioni che eludono di più il sistema immunitario e per le quali bisognerà fare dei richiami annuali, almeno nei primi anni. L’evoluzione più favorevole è che il vaccino, oltre a bloccare la malattia, blocchi anche la trasmissione del virus: il tal caso andrebbe a finire come con il morbillo, che è stato eradicato in buona parte del mondo.

PERCHÈ NON SIAMO PROTETTI DALLE VARIANTI?
In teoria dovrebbe essere così, però bisogna calcolare che le nostre difese si basano, oltre che sugli anticorpi, anche sui globuli bianchi e – specialmente per i virus – sui linfociti. Dalla collaborazione tra queste due branche deriva l’efficacia dell’eliminazione del Corona. Purtroppo la stimolazione dei linfociti è più lenta e per essi non abbiamo raggiunto metodi efficaci equivalenti ai vaccini, che agiscono principalmente sulla produzione anticorpale, anche se quest’ultima alla fine finisce per stimolare i linfociti.

PERCHÉ SI HANNO PIU’ EFFETTI COLLATERALI CON LA SECONDA DOSE DI VACCINO?
Il vaccino stimola le nostre difese immunitarie a produrre anticorpi e questi sono molto più presenti quando si fa un richiamo, perché ci sono già le cellule memoria che sono state prodotte con la prima dose. Naturalmente più anticorpi si producono e maggiore è il rischio di effetti collaterali. Oltre agli anticorpi, con la seconda somministrazione del vaccino i linfociti B e T creano una specie di barriera nel sito di iniezione, per cui aumenta il rischio di dolori, cefalea, dolori muscolari e febbre. Bisogna anche dire che questi sono dei segnali che ci dicono che le nostre difese stanno funzionando.

COM’È POSSIBILE CHE ALCUNI VACCINATI CONTRAGGONO IL CORONA?
Nessun vaccino impedisce all’agente infettivo di venire a contatto con le persone e quindi risultare positive al tampone. Altra cosa è la possibilità di ammalarsi che però non sembra verificarsi nei vaccinati. Bisogna anche dire che nessun infetto ha trasmesso il virus ad altre persone, perché la carica infettante era bassa. Abbiamo bisogno di ulteriori studi per una maggior definizione del problema.

COME SI FA A RICONOSCERE SE UNA MASCHERINA È VALIDA?

Le mascherine ritenute valide sono quelle chirurgiche e quelle FPP2 e FPP3. Le prime devono riportare le sigle EN 14683, CE, DM di classe 1; le FPP2 e FPP3 la sigla EN 149:2001 e il marchio CE. Le mascherine di comunità – per intenderci quelle di stoffa o di materiali sintetici – sono state autorizzate quando non c’era la disponibilità delle prime. Sono lavabili e quindi riducono di molto l’impatto ambientale. Anche se non certificate dagli organi competenti, un recente studio ha dimostrato che se ben indossate e concepite danno una buona protezione, per cui è stato chiesto al Ministero di autorizzarle con un apposito marchio ben riconoscibile.